Nel 1830 Carlo Felice costituì a Racconigi, la “casa di educazione” per Vittorio Emanuele e suo fratello Ferdinando, figli di Carlo Alberto al quale egli, in assenza di eredi diretti aveva destinato la successione al trono, dando avvio al ramo Savoia Carignano. Precettore dei due principi era il cavaliere Cesare Saluzzo di Monesiglio (Torino, 1778 – Monesiglio CN, 1853) che durante l’occupazione francese si era dedicato agli studi storici e filosofici e durante la Restaurazione ebbe l’incarico di riorganizzare e dirigere come Comandante Generale l’Accademia Militare di Torino (dal 1821 al 1838). Così scriveva il Calvetti nei suoi Cenni biografici di Cesare Saluzzo:
“Intanto Re Carlo Felice che avea imparato ad apprezzare il Saluzzo pe' tanti suoi meriti, non tardò a chiamarlo Comandatile Generale dell'Accademia Militare; e fu allora che con sì grande diligenza ed affetto pose mano a quella raccolta di libri e manoscritti attinenti alle cose guerresche, di cui fece tanto prò ed agli alunni affidati alla paterna sua tutela, ed agli amatori delle bellicose narrazioni, non certo senza tesoro delle scienze militari che da tanti codici peregrini, e volumi così preziosi venivano illustrate, nella parte tecnica specialmente. Ed alle cure del Saluzzo specialmente é dovuta la pubblicazione fattasi per l'illustre Carlo Promis dell’Architettura civile e militare del senese Francesco di Giorgio Martini, egregio ingegnere del secolo XV [...] da bravo lessicografo gli avvenne di raccogliere tante voci e vocaboli negletti nell'arte della guerra, e che da lui diligentemente raccolti e convenientemente spiegati ed appropriati, intendeva costituirli primo elemento di un Dizionario militare.
Nella ricchissima biblioteca di questo erudito studioso si conservava una serie di volumi di arte militare tra cui i Disegni d’architettura militare di Leonardo da Vinci (Torino, Biblioteca Reale, Ms. Saluzzo 312), e il Trattato di architettura civile e militare di Francesco di Giorgio (Torino, Biblioteca Reale, Ms. Saluzzo 148). In questo fondo bibliografico si trovava anche un corpus valturiano. Nel 1987 a seguito della messa in vendita del fondo, il corpus valturiano fu acquistato dall’Archivio Storico dell’Amma (Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate di Torino). Il manoscritto cartaceo De Re Militari “copiado p[er] mj Zan Q[ue]ri[n] [con]dam M. Bortholamio nel año 1466 dj p[rim]o Augusto i[n] Venexia” che Erla Rodakiewicz definisce un “fantastically decorated manuscript” è costituito da 141 fogli2 e rappresenta una testimonianza unica nella iconografia tecnica del Quattrocento segnando il passaggio dalle macchine da assedio tradizionali alle nuove artiglierie a fuoco.
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